giovedì 17 ottobre 2013

I disagi sulla Circumvesuviana: presentata un’interrogazione parlamentare



Circumvesuviana, anno 2013, ancora disagi, ormai la rabbia degli utenti è pronta ad esplodere. Non è possibile contare il numero di disagi che vengono tollerati quotidianamente dalle decine di migliaia di passeggeri, perchè quando si tratta, per molti, dell'unico mezzo disponibile per raggiungere la città, il luogo di lavoro, la scuola, l'università, l'unica cosa che si può fare è tollerare. 
E così ci si abitua a tutto, a ritardi, soppressioni improvvise dei treni, ad aspettare per ore, a viaggiare in condizioni lontane dall'umano in treni superaffollati, ed in fondo ci si sente anche fortunati all'arrivo del famigerato treno. Gli ultimi incidenti, svelano una situazione al limite, la Circumvesuviana è davvero sull'orlo del precipizio e bisogna agire, il prima possibile.
Nel solo mese di settembre, nel giro di quattro giorni ci sono stati due principi di incendi ai vagoni dei treni, l'ultimo sciopero ufficiale dei dipendenti, che ogni mese rischiano di non ricevere lo stipendio, risale al 7 ottobre, e l'insoddisfazione dei lavoratori Eav è davvero alta, essendo loro l'unico anello della società a comunicare quotidianamente con l'utenza e quindi ad ascoltarne le continue lamentele. L'attuale situazione di mancanza di fondi per i pezzi di ricambio e per le manutenzioni ordinarie, ha abbassato, dunque, la soglia di sicurezza, costringendo i lavoratori ad operare in situazioni che mettono a rischio l'incolumità propria e degli utenti.
È partita dal gruppo del Movimento 5 Stelle di San Vitaliano, insieme a rappresentanti dei lavoratori e delsindacato autonomo OR.S.A. la richiesta di un'interrogazione parlamentare, subito accolta dalVicepresidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio.
L'interrogazione scritta è stata presentata pochi giorni fa ai ministri dei Trasporti e dell'Economia per chiedere la pronta attuazione di un piano dei trasporti, già varato e definito dallo stesso Governo urgente, ma che stenta ad essere messo in atto. Il piano di rientro dal debito ha avuto il consenso in sede tecnica da parte dei ministeri competenti nel mese di luglio 2013 e le risorse previste (200 milioni) avrebbero dovuto essere disponibili entro il settembre 2013. Al momento però non risulta né sottoscritto né deliberato dai ministri competenti alcun provvedimento finalizzato all'erogazione di tali 200 milioni di euro citati al comma 9 dell'art.16 del decreto legge n.83 del 2012.
Di Maio ci parla della corsa contro il tempo ingaggiata dal suo Movimento: «Il piano industriale dell Eav Holding, presentato al Ministero delle Infrastrutture viene continuamente mandato indietro per virgole o avverbi, la scadenza ultima per presentarlo è il 31 dicembre, dopodiché la società sarà costretta a presentare i libri contabili in tribunale, ciò significherebbe fallimento. Stiamo premendo affinché entri un emendamento nel decreto legge sulla Pubblica Amministrazione che possa permettere una proroga perché in questo momento l'inefficienza è ministeriale. Non voglio fare il complottista ma siccome alcune delle tratte Eav sono abbastanza ambite da una serie di soggetti privati, non vorrei che si stesse ritardando l'approvazione per farla fallire e spacchettarla».
Il vicepresidente continua:« La soluzione da noi auspicata parte dal piano industriale già presente e va nella direzione dell'ottimizzazione aziendale tagliando sprechi ed inefficienze. Dobbiamo pensare al trasporto pubblico come un bene essenziale. La Circumvesuviana deve rimanere pubblica, perché gestione privata non è per forza sinonimo di buona gestione, ed in più non avremmo neanche più modo di andare a rivendicare i nostri diritti perchè sarebbe diventato un servizio privato. Chiediamo, quindi, che il servizio sia pubblico e trasparente, un Consiglio di amministrazione partecipato dalle persone che fruiscono del servizio ogni giorno che devono poter conoscere e consigliare anche le scelte di bilancio e di investimento. I cittadini devono pretendere un'azienda pubblica e virtuosa, e devono poterla controllare, se il trasporto pubblico è in queste condizioni è anche perché ce ne siamo disinteressati per anni».

martedì 15 ottobre 2013

Una legge per ridurre i rifiuti allo Zero

Quello dello smaltimento dei rifiuti è un problema serio che attanaglia gli abitanti di questo millennio. Come fare per risolverlo? Numerose sono state le proposte mosse nel tempo; i più catastrofici pensano che un giorno verremo sommersi dai nostri stessi rifiuti, altri più fantasiosi progettano di spedirli forse sulla Luna. Una soluzione reale è possibile.
Rifiuti Zero è una strategia, teorizzata in America, che si propone di riprogettare la vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, contrapponendosi così alle pratiche che prevedono inevitabilmente un processo di incenerimento o discarica. Il processo, quindi, mira a risolvere il problema alla radice, riutilizzando semplicemente i prodotti ed eliminando l'ultimo passaggio dell'attuale filiera di smaltimento riguardante la distruzione (non sempre ecologica) dei rifiuti stessi.
Come è possibile? Pensiamo al ciclo di una bottiglia di vetro per il latte, la cui risorsa iniziale è la sabbia silicica, trasformata poi in vetro e successivamente in una bottiglia. La bottiglia arriva sulle tavole dei consumatori riempita di latte. Al momento, i normali metodi di gestione dei rifiuti dispongono che il recipiente vitreo venga gettato in discarica. Il metodo Rifiuti Zero, invece, prevede che la bottiglia possa essere affittata al momento dell'acquisto tramite un deposito, e venga riportata indietro dopo l'utilizzo. La bottiglia viene quindi lavata, riempita e rivenduta, pronta per il suo nuovo consumatore. L'unico materiale sprecato è l'acqua per il risciacquo e l'energia utilizzata viene ridotta al minimo.
Questa strategia appare profittevole dal punto di vista dell'inquinamento ambientale visto che permette di ridurre notevolmente i rifiuti in discarica. I suoi punti fondamentali sono tre:
1. Eliminare l'incenerimento dei rifiuti e strutturare un sistema di raccolta che aumenti la quantità di materiale differenziabile ed ottimizzi la qualità del materiale da riciclare, diminuendo la quantità di rifiuti prodotti;
2. Incentivare il riuso del materiale riciclato, la riparazione di oggetti e operare scelte di vita che diminuiscano la percentuale di scarti, scelte stimolate anche dal sistema di tassazione basato sul peso e la quantità dei rifiuti;
3. Sostenere la progettazione e la produzione di prodotti totalmente riciclabili, riutilizzabili e riparabili.
Belle parole, pensieri utopistici per alcuni, ma Rifiuti Zero può diventare realtà. Il primo comune italiano ad aderire alla strategia è stato Capannori (LU) in Toscana, ad oggi se ne sono aggiunti altri 79. Possiamo pretendere che il riutilizzo dei materiali diventi legge. Rifiuti Zero è diventata una proposta di legge di iniziativa popolare, ed è possibile aderire firmando presso il comitato promotore più vicino, ne sono presenti parecchi su tutto il territorio nazionale. Maggiori informazioni possono essere trovate sul sito web www.leggerifiutizero.it. Buon riciclo a tutti.

http://www.agoravox.it/ecrire/?exec=articles&id_article=48385


martedì 4 dicembre 2012

1 milione di euro per "Agrimonda": dopo 17 anni la bonifica!


"Agrimonda" è un mostro ambientale ai piedi del Vesuvio, nel napoletano. Azienda di fitofarmaci che nel 1995, ancor prima di entrare in funzione, andava distrutta in un incendio doloso, lasciando ai posteri un vero e proprio cimitero di rifiuti tossici con cui convivere.
La vita lì, in via Pasubio a Mariglianella non è stata semplice durante questi lunghi 17 anni, gli abitanti hanno dovuto sopportare odori nauseabondi e tutti gli effetti dell'inquinamento ambientale che la vicinanza ad un sito del genere comporta, quali problemi respiratori e patologie cancerogene. Un'interminabile vicenda, insomma, fatta di continui ed innumerevoli carteggi burocratici e rimpalli di responsabilità tra istituzioni, imprese di servizio e proprietà. Una vergogna indicibile a discapito di cittadini inermi ed una grossa violazione del loro diritto alla salute.
Quella di questi anni (troppi indubbiamente), cominciata con l'inserimento di Agrimonda neiSIN (Siti di interesse nazionale) per opera dell'on. Paolo Russo, è stata una battaglia combattuta con caparbietà e tenacia principalmente dalle amministrazioni comunali dei comuni di Mariglianella e Marigliano (limitrofi al sito) e dalle associazioni locali, tra cui A.L.T. La Fenice. Finalmente oggi si è giunti ad un risultato concreto e definitivo. Il 26 novembre scorso sono stati stanziati i fondi per la bonifica del sito, 1 milione di euro, dal Ministero per l'Ambiente e la Tutela del Territorio e delle Acque. Si tratta dello stesso Ministero che nell'ottobre dello scorso anno comunicava che con i fondi allora disponibili, 700.000 euro, alla bonifica di Agrimonda era stata preferita quella di alcuni siti del Volturno e di Giugliano.
I soldi sono ora legittimamente nelle casse del comune di Mariglianella, e nei prossimi mesi si procederà materialmente alla bonifica. Purtroppo in un Paese come il nostro, ci si sorprende di un qualcosa che altrove sarebbe di ordinaria amministrazione, bonificare aree inquinate è doveroso da parte dello Stato ma qui l'attesa è durata 17 lunghi anni lasciando inoltre aperti gli interrogativi originari. Questo sito una volta bonificato dal Ministero con soldi della collettività sarà restituito ai proprietario o diventerà di proprietà del Comune di Mariglianella che finora si è occupato della sua messa in sicurezza spendendo ovviamente dei soldi? Ci si rivarrà sul proprietario? Si farà luce sulla natura dolosa dell'incendio? Ma soprattutto, chi risarcirà i cittadini per un quasi-ventennio di negligenze?


giovedì 8 novembre 2012

Dalla vittoria di Obama lezioni per l’Italia


Gli Stati Uniti d'America, nonostante le più ampie e disparate contraddizioni, restano il paese democratico per eccellenza, dove uomini o donne dal nulla possono esaudire i loro sogni e scalare la vetta del successo. Il paese dove tutto è possibile, è questo oggi il "sogno americano", sogno che ha portato un nero alla Casa Bianca. 
Quattro anni fa la vittoria di Barack Obama è stata la chiave simbolica di un'America dalle pari opportunità, anche per i neri; Obama incarnava in quel momento la vittoria dei deboli, degli esclusi, dei poveri, della lotta per il rispetto dei diritti umani. Ci si aspettava grandi cose, che l'America ricca e dalla parte del più forte cambiasse, e qualcosa in questo senso c'è stato davvero, come la riforma del sistema sanitario giudicata a favore dei poveri, o l'impegno nella riduzione delle armi di massa, o ancora la riapertura del dialogo col mondo islamico, o le politiche ambientali. Il presidente si proponeva con ideali pacifici e di uguaglianza, incarnava il mito dell'uomo giusto e rispondeva alle esigenze mondiali di pace e speranza per un futuro migliore, tanto da meritare (o forse no) un premio Nobel (sulle intenzioni) per l'impatto mediatico riscosso in tal senso "per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli".
Nel 2012 a votarlo sono stati nuovamente i giovani, gli immigrati e le donne, nuovamente le fasce più deboli e meno rappresentate della popolazione, non i ricchi, non i capitalisti o gli uomini della finanza. Ma la sua vittoria oggi ha un significato profondamente diverso, ha vinto nonostante la verità della crisi economica più lunga e difficile per il popolo americano, nonostante i compromessi. Ha parlato alla sua gente, durante la campagna elettorale, a carte scoperte, non ha avuto bisogno di fare false promesse, ed il fatto più straordinario è che ha vinto proprio governando, alla luce dell'operato degli scorsi quattro anni, e questa è una lezione importante per i governatori europei, tutti sostituiti alle elezioni del post crisi. Il popolo a stelle e strisce ha ridato fiducia a chi li ha guidati durante la crisi, perchè continua a fidarsi delle sue capacità di trainarli verso la luce, mentre noi in Europa smantelliamo il passato nella ricerca disperata di una novità convincente perchè siamo profondamente delusi.
Lezioni importanti anche per l'Italia, dunque, dove la crisi non ha fatto altro che creare un divario apparentemente insanabile con la politica e le istituzioni, Paese dove regna sfiducia e distacco nei confronti di chi governa. Dimostrazione di ciò è data dalla bassissima affluenza alle urne alle scorse elezioni regionali in Sicilia, dove il 50% della popolazione votante non ha votato, e dove i risultati delle urne hanno tra l'altro consacrato, al di là della vittoria risicata del Partito Democratico, l'ascesa del Movimento 5 Stelle, giudicato da alcuni voto di protesta, e che si propone proprio di essere l'alternativa a ciò che è già stato.
Riprendendo il pensiero di Roberto Saviano sul discorso di Obama, anche se il buon governo non è fatto di frasi, ma di azioni, sarebbe bello sentir pronunciare anche qui in Italia una frase come questa: "Siamo più della somma delle nostre parti: non siamo un insieme di Stati rossi o blu, siamo un'unica nazione". Sarebbe bello se anche qui in Italia si dicesse che siamo un corpo unico. Che non esiste un Nord e un Sud senza il resto del Paese. Che tutte le parti della nostra società sono importanti. Che uniti siamo più della somma delle nostre parti. Che uniti siamo una speranza.
Ora inizia una sfida nuova per l'America. Obama ha a disposizione altri quattro anni per mantenere le promesse fatte nel 2008, quelle che non è stato in grado di mantenere per la crisi e per l'opposizione del Congresso. E noi? Noi abbiamo bisogno di ponderare le nostre scelte e di pretendere con tutte le nostre forze un futuro migliore.


pubblicato su AgoraVox 

martedì 24 aprile 2012

La Regione Campania vara il Piano di Investimento e Risanamento dei trasporti

In Campania gli ultimi mesi sono stati caratterizzati dai disagi nel settore dei trasporti; la crisi economica e il piano di austerità del Governo Monti, accompagnati, nella maggioranza dei casi, da notevoli dissesti nei bilanci delle aziende su ferro campane, hanno causato il declino dell’intero settore e il diniego del diritto al trasporto pubblico. Dopo mesi di proteste e lamentele da parte degli utenti, dovute alla miriade di corse soppresse dei treni, talvolta senza preavviso, e a condizioni di viaggio all’interno dei vagoni al limite dell’umano, finalmente si intravede una luce in fondo al tunnel.
La Regione Campania, ha infatti varato un “Piano straordinario di investimento per il recupero del materiale rotabile e dell’infrastruttura” per consentire una versione di tendenza e per iniziare il cammino verso la normalità. Le risorse individuate a tal fine sono costituite da una somma di circa 20 milioni di euro destinata al gruppo EAV (Ente Autonomo del Volturno), costituito, ormai, dopo la fusione di gennaio, da Circumvesuviana, Sepsa e Metrocampania Nord Est.
Si tratta di un'anticipazione di risorse aggiuntive dovute dallo Stato alla Regione per il periodo 2003-2007 (ma non ancora materialmente trasferite) per l'adeguamento all'inflazione e l'attivazione di nuovi servizi di trasporto regionale su ferro effettuati da società ex Gestione commissariale governativa, come appunto quelle del gruppo Eav, fino al 2000 gestite dal ministero dei Trasporti. Le suddette risorse saranno destinate con il vincolo di destinazione inderogabile, allo scopo di superare, appunto, l’attuale situazione di emergenza.
Le suddette risorse saranno destinate con il vincolo di destinazione inderogabile, allo scopo di superare, appunto, l’attuale situazione di emergenza.
Il piano prevede l’acquisizione di nuovi treni dell’azienda Firema: sono state sbloccate due commesse per la realizzazione in due anni di 27 nuovi treni per Metrocampania Nord Est (12) e Sepsa (15). È stata poi prevista una fase di revamping e acquisizione di materiale usato: sono già stati impiegati circa 16 milioni di euro di rinvenienza del POR per l’ammodernamento di 10 treni sepsa e 2,5 milioni per l'ammodernamento di 2 treni Metrocampania e di 33 treni Circumvesuviana.


Al programma di investimento deve però affiancarsi necessariamente un Piano di risanamento che richiede l’ultimazione di un processo di fusione già in atto tra le tre aziende costituenti l’EAV, un’ulteriore razionalizzazione delle attività, e la vendita dei beni posseduti dal gruppo non indispensabili al servizio; e poi la rateizzazione di contributi e degli interessi bancari, l’intervento richiede almeno 60 milioni annui su un arco pluriennale e quindi l’indispensabile intervento del Governo per individuare la formula più opportuna. Nell’ambito delle azioni per il risanamento, è prevista anche la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture tecnologiche (sistemi, dispositivi, procedure) di tipo "Intelligent Trasport System” applicato a tutti i comparti del Trasporto Pubblico della Regione Campania.



Pubblicato su Agoravox  http://www.agoravox.it/La-Regione-Campania-vara-il-Piano.html

martedì 18 ottobre 2011

I roghi dei rifiuti in Campania e l’indifferenza delle autorità

La pratica di smaltimento illegale dei rifiuti affligge da tempo le nostre terre; quella dei roghi dei “rifiuti speciali” non è meno diffusa. Come un male sordo, invisibile agli occhi dei più, gli incendi illegali continuano a bruciare nelle nostre campagne, sotto i nostri sguardi indifferenti e rassegnati. Solo la coscienza civica potra salvarci!

Quante volte ho sentito dire: ”Ma cosa possiamo farci?”, quasi fosse un modo di fare ormai talmente radicato, usuale, da non saper individuare più il momento in cui tutto ebbe inizio. Eppure qualcuno a quello che succede ci pensa e si rimbocca le maniche per migliorare.

Angelo Ferrillo è un giovane napoletano, poco più che trentenne, che esasperato dalla situazione dei roghi, tre anni fa, con alcuni amici, ha creato" La terra dei fuochi", un sito di video–denuncia e monitoraggio ambientale. Si tratta, per l’ appunto, di un contenitore di Video-Denunce che descrive la drammatica situazione presente nell' hinterland napoletano e casertano, un territorio dove, in aggiunta alle innumerevoli discariche e inquinamenti vari, gli incendi dolosi di “rifiuti speciali” non conoscono sosta. Dove il limite tra mafia e stato si confonde accade l’impossibile, il tutto avviene indisturbato sotto gli occhi nostri e delle autorità. Lo scopo è quello di creare almeno una memoria storica, perché tutti possano sapere, e nessuno, invece, possa negare o sminuire ciò che realmente accade e la sua gravità.

Tutti possono partecipare, basta segnalare il video dell’incendio al sito. Angelo Ferrillo è attivo in prima linea in questa battaglia che coinvolge la salute di tutti, è stato proprio lui a girare un gran numero dei video presenti sul sito, ma soprattutto a denunciare alle autorità giudiziarie e al Cms quello che accade nelle campagne di Giugliano e Napoli.

“Bruciare tanti piccoli roghi incontrollati in vari punti della Campania costituisce un danno più grande di quello della singola discarica. Colpisce sia la salute degli abitanti che l’ intera catena alimentare. Responsabile dei roghi può essere chiunque, dalla piccola alla grande impresa, anche il piccolo artigiano; sono molti quelli che preferiscono smaltire in modo illegale gli scarti delle proprie attività produttive, e una parte di responsabilità incombe anche su di noi, semplici cittadini, che non denunciamo. Il problema non sono i rifiuti domestici ma quelli speciali che vengono bruciati nelle campagne. Sarà sconvolgente ma dopo anni di studi ho capito che in questa zona il problema da estirpare sono i campi Rom. Nella zona dove abito ce ne sono due grandi, uno a Giugliano e l’altro a Scampia, e proprio nei loro pressi si registra il numero più elevato di roghi tossici. È in uso presso i Rom, infatti, una pratica di acquisto di rifiuti tossici, smaltimento (incendi) e riciclo degli stessi. Io non voglio entrare nel merito della questione umanitaria, del diritto o della legittimazione che hanno per stare qui, non voglio sindacare le condizioni in cui vivono, ma sono un problema in quanto producono inquinamento dannoso per gli abitanti”.

Angelo indica come strada percorribile per risolvere la questione quella dell’esposto al Csm:

“Per sentirci sicuri di aver espletato ogni via legale a nostra disposizione, quali semplici cittadini. Noi lo abbiamo già fatto querelando i comuni di Giugliano e di Napoli, ma non possiamo farlo per tutti, c’è bisogno di coscienza civica e che le persone denuncino i roghi. Offriamo sostegno e suggerimenti a chiunque sia interessato”.


di Rosa Maria Parrella

su Agoravox

http://www.agoravox.it/I-roghi-dei-rifiuti-in-Campania-e.html

martedì 27 settembre 2011

L’arte del tagliare colpisce anche la Circumvesuviana

Corse soppresse, scioperi, linee ferme, biglietterie chiuse: l’azienda è in serie difficoltà, e per i viaggiatori, ormai disperati, non si prospetta nulla di buono.

“Tagli, tagli, tagli!”, ultimamente sembra essere questo il motto preferito dalle aziende italiane. È particolarmente triste quando ad adottarlo è proprio la Circumvesuviana, azienda di trasporti che collega decine di centri di diverse province della Campania, con un'utenza di migliaia di viaggiatori ogni giorno. È ormai da tempo che nell’ azienda domina il caos e tra i viaggiatori monta l’esasperazione.

Tra corse soppresse, scioperi continui, linee ferme, lo scenario sembra proprio disperato. La mancanza di fondi da parte della Regione, di quella liquidità che ha costretto la società di trasporti a rinviare il pagamento dei fornitori e rallentare le operazioni di manutenzione, ha comportato l’adozione, da parte dell’azienda, di un piano di tagli, entrato in vigore lunedì 12 settembre, e che vigerà fino a fine anno, quando saranno apportate eventuali modifiche. È stato soppresso il 15% delle corse; l 'ultimo treno parte dal capolinea alle otto di sera mentre al mattino saltano già le prime corse, i primi treni arrivano, infatti, a Napoli alle 7.00 circa, con danno irreparabile a tutti i pendolari che dalla provincia vanno a lavorare o studiare fuori regione. In generale, quindi, sovraffollamento e disagi diventeranno la norma in un servizio, già carente, che va progressivamente a cancellarsi e, di cui, invece, ne usufruiscono oltre cinquantamila persone al giorno. Il piano prevede, comunque, la salvaguardia delle fasce orarie di punta: 7-9; 13-15; 17-19 in cui le corse restano inalterate, nelle restanti ore la frequenza ne è stata rallentata. La manovra, naturalmente, non esclude nessuna delle zone servite, basta pensare, che nella sola linea della Napoli-Baiano, è stata prevista la chiusura di ben nove biglietterie (nello specifico Casalnuovo, Salice, Talona, Pratola, Pomigliano, Cisterna, Brusciano, San Vitaliano e Saviano), il che significa che bisognerà recarsi alla stazione già muniti di biglietto.

La Circumvesuviana è, dunque, un’azienda in serie difficoltà, al punto da non poter sostituire i dipendenti che vanno in pensione. Nulla di nuovo rispetto a molte altre imprese italiane, penseranno i più, ma intanto pensiamo agli innumerevoli disagi che si verificheranno tra breve, che ricadranno, ancora una volta, sui lavoratori che si vedranno costretti a viaggiare in automobile. Insomma, il diritto al trasporto pubblico sembra sparire mentre, incredibilmente, paghiamo un biglietto di viaggio tra i più cari d'Europa per le aree metropolitane che vogliono addirittura aumentare. Tagli regionali ai trasporti, speculazioni clientelari, liquidazioni d'oro per i manager, malagestione, la truffa dei treni nuovi che stanno anche rovinando la linea, la gestione disastrosa di Unico Campania. E nulla sembra presagire un’inversione di tendenza.

di Rosa Maria Parrella

su Agoravox

http://www.agoravox.it/L-arte-del-tagliare-colpisce-anche.html